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Il 2 novembre è una giornata particolarmente significativa per i cattolici ed è conosciuta come la Commemorazione dei fedeli defunti o semplicemente Giorno dei Morti. In questa data, i fedeli ricordano e pregano per le anime dei propri cari defunti.

Il momento in cui si perde una persona cara è particolarmente complicato e sottopone ad un grande impatto emotivo. Tuttavia, vi sono una serie di aspetti burocratici e pratici che richiedono attenzione immediata, come l’organizzazione del funerale, con conseguente gestione delle spese funebri e tutto ciò che riguarda la successione ereditaria dei beni del defunto.

Proviamo a fare chiarezza su alcuni di questi aspetti.

Spese Funebri e detraibilità

La normativa fiscale prevede una detrazione del 19% sull’importo sostenuto per le spese funerarie, fino a un massimo di € 1.550 per ogni decesso. Questa detrazione può essere richiesta da chi ha sostenuto le spese, indipendentemente dal legame di parentela con il defunto, grazie a una modifica introdotta dalla Legge di Stabilità del 2016.

In pratica, la detrazione non viene applicata direttamente sull’importo speso, ma solo su un massimo di € 1.550, quindi la detrazione effettiva ammonta a € 294,5 (19% di €1.550).

Quando si affrontano le spese funebri per una persona cara, può succedere che più familiari contribuiscano ai costi. Ma come funziona la detrazione del 19% se la fattura è intestata a una sola persona?

Quando più persone contribuiscono a sostenere le spese funebri ma la fattura è intestata a una sola di esse, la detrazione fiscale del 19% può essere comunque suddivisa tra tutti i soggetti coinvolti. Questo è un quesito comune per chi, avendo partecipato al pagamento delle spese per il funerale di un parente, si domanda se può richiedere la detrazione, pur non essendo l’intestatario della fattura. La soluzione è semplice: l’intestatario della fattura deve annotare una dichiarazione che certifichi la spartizione della spesa tra i vari soggetti. In questo modo, tutti i partecipanti potranno conservare una copia della fattura e inserire la propria quota di detrazione nella dichiarazione dei redditi.

Va anche aggiunto che, possono considerarsi detraibili solo le spese sostenute in occasione di un decesso e non quelle, della stessa natura, ma che vengono sostenute, ad esempio, in via anticipata, come si acquista preventivamente un loculo o quando si deve pagare per il rinnovo dello spazio cimiteriale di un proprio caro estinto.

Gestione dell’Eredità e dei Debiti Tributari: Cosa Sapere

Un altro aspetto che vogliamo analizzare riguarda i debiti tributari del defunto e come questi si inseriscano in un ambito più ampio legato alla successione.

Quando si eredita il patrimonio di una persona deceduta, ci si trova a gestire non solo i beni (come immobili, conti bancari e oggetti di valore), ma anche eventuali debiti, inclusi quelli di natura tributaria. Comprendere gli aspetti legati all’eredità e ai debiti tributari è fondamentale per evitare sorprese e prendere decisioni informate.

1. L’accettazione dell’eredità

L’eredità può essere accettata in modo puro e semplice o con il beneficio d’inventario. Nel primo caso, si accettano non solo i beni, ma anche i debiti, e il patrimonio personale dell’erede può essere utilizzato per coprire eventuali passività. Con il beneficio d’inventario, invece, i debiti del defunto possono essere pagati solo con i beni ereditati, senza intaccare il patrimonio personale dell’erede.

2. Debiti tributari del defunto

I debiti fiscali e tributari, come tasse non pagate o arretrati di imposte, non si estinguono con la morte del contribuente. Tali debiti vengono trasferiti agli eredi, i quali devono farsi carico delle passività legate, ad esempio, a IMU, IRPEF, e tasse sui rifiuti non versate dal defunto. Gli eredi devono regolarizzare queste posizioni con l’Agenzia delle Entrate entro i tempi stabiliti.

3. Successione e imposta di successione

In Italia, oltre a saldare eventuali debiti, gli eredi devono anche far fronte all’imposta di successione, che si applica su beni e diritti ereditati. L’imposta varia in base al valore del patrimonio e al grado di parentela con il defunto:

    • 4% per coniugi e parenti in linea diretta (con una franchigia di 1 milione di euro);
    • 6% per fratelli e sorelle (con una franchigia di 100.000 euro);
    • 6% per altri parenti fino al quarto grado (senza franchigia);
    • 8% per tutti gli altri soggetti.

4. Rateizzazione e agevolazioni

Se gli eredi ereditano debiti tributari particolarmente onerosi, esiste la possibilità di richiedere una rateizzazione all’Agenzia delle Entrate. Questo consente di dilazionare il pagamento in più rate, alleggerendo il peso economico.

5. Rinuncia all’eredità

Se il defunto ha lasciato più debiti che beni, gli eredi possono scegliere di rinunciare all’eredità. In questo caso, non si erediteranno né i beni né i debiti. È un’opzione da considerare attentamente, soprattutto quando i debiti superano di gran lunga il valore del patrimonio.

Gestire un’eredità non significa solo ricevere beni, ma anche farsi carico di eventuali debiti, inclusi quelli fiscali. È importante essere ben informati sulle opzioni disponibili e valutare attentamente se accettare o meno un’eredità, specialmente in presenza di debiti tributari rilevanti. Consultare un notaio o un commercialista può essere utile per prendere decisioni consapevoli e gestire al meglio la situazione.